A inizio anno pubblicavo un articolo in cui elencavo i libri che avrei voluto leggere (o rileggere) nel 2021. Fra questi comparivano alcuni romanzi di Agatha Christie, una delle mie scrittrici preferite, quali, per esempio, Il ritratto di Elsa Greer (letto da adolescente e riletto la scorsa primavera). Seppur questo libro non goda della stessa fama dei celebri Assassinio sull’Orient Express o Dieci piccoli indiani, secondo lo scrittore britannico Robert Barnard è il capolavoro della Christie.
Il ritratto di Elsa Greer: tra finzione e realtà
Spesso, quando uno scrittore inventa una storia, è solito attingere a episodi della propria vita, prendendo spunto da familiari e conoscenti per delineare i personaggi e da vicende in cui è stato marginalmente o totalmente coinvolto per creare la trama. È stato così anche per la regina del giallo Agatha Christie che amava ambientare i suoi romanzi nel suo caro Devon, dove era nata e cresciuta, o nei Paesi del Medio Oriente, visitati insieme al suo secondo marito, l’archeologo britannico Max Mallowan. Oltre ad ambientare le sue trame ingarbugliate in luoghi a lei familiari, la scrittrice più di una volta ha inserito nei suoi romanzi un tema tanto comune quanto doloroso, che lei stessa aveva vissuto in prima persona: il tradimento. Ne sono un esempio i famosi Assassinio sul Nilo del ’37 e Corpi al sole del ’41, dove, in entrambi, si vedono due donne, la moglie e l’amante, contendersi l’amato.
A questi segue Il ritratto di Elsa Greer, Five Little Pigs nell’edizione originale, pubblicato nel 1942. Anche in questo romanzo è presente il tema del tradimento: l’artista Amyas Crale, marito di Carolina e padre della piccola Lucy, ha una relazione con l’affascinante Elsa Greer, una giovane ricca e viziata, che sta posando per farsi fare un ritratto. Una calda mattina d’estate, mentre Amyas è in giardino per ultimare la sua opera, cade a terra e muore. È stato avvelenato con la coniina, le cui tracce sono state trovate nel suo bicchiere di birra, e secondo la giuria è evidente che l’assassina è la moglie, Carolina Crale, gelosa della relazione tra Amyas ed Elsa. Stranamente Carolina accetta remissivamente il verdetto e si lascia morire in carcere.
Sedici anni dopo, Mary Lemarchant, la figlia di Amyas e Carolina Crale, chiede l’aiuto del brillante investigatore privato Hercule Poirot per far luce sull’omicidio. Secondo la giovane, infatti, la madre non è la vera colpevole della morte del padre e a conferma di quanto sostiene mostra a Poirot una lettera scritta da Carolina poco prima di morire in cui la donna si dichiarava innocente. Incuriosito dal caso, l’investigatore belga accetta l’incarico e incomincia a indagare su quanto accaduto. Il giorno della tragedia, oltre a Carolina e alla piccola Lucy, in casa Crale erano presenti altre cinque persone, che Poirot paragona ai cinque porcellini di una filastrocca inglese (da qui il titolo originale del romanzo). Se è vero quanto dichiarato da Carolina nella sua lettera alla figlia e se si esclude che Amyas si sia suicidato, il colpevole non può che essere uno dei cinque ospiti dei coniugi Crale: Adrienne, la sorella minore di Carolina, che più di una volta aveva espresso il suo odio per il cognato; Philip Blake, il migliore amico di Amyas che non vedeva di buon occhio Carolina, considerandola una squilibrata insoddisfatta; Meredith Blake, un erborista dilettante, che rimproverava il comportamento vergognoso di Amyas; Cecily Williams, la governante di casa Crale, devota a Carolina; e per ultimo la maliziosa e sfacciata Elsa Greer, che amava Amyas e detestava Carolina.
Si tratta di un romanzo corale dal ritmo incalzante, in cui ciascun sospettato racconta a Poirot la propria versione dei fatti, e lui, da abile ascoltatore, raccoglie le loro testimonianze per poi stupire (soprattutto il lettore) con un epilogo sorprendente.
In Il ritratto di Elsa Greer si possono notare alcuni riferimenti, seppur molto sottili, alla vita privata di Agatha Christie, in modo particolare alle sue prime nozze. Nel 1926 la scrittrice aveva trentasei anni, era sposata con il militare Archibald Christie e aveva una figlia, Rosalind, di appena sette anni. Quell’anno il marito le chiese il divorzio per sposare una giovane donna di cui si era invaghito, una certa Nancy Neele. Non è un caso, dunque, che la vittima del suo romanzo sia un donnaiolo che tradisce la moglie, da cui ha avuto una figlia, con una ventenne, il cui cognome (Greer) ricorda per assonanza quello dell’amante del marito (Neele), o che le iniziali del personaggio Amyas Crale siano le stesse di Archibald Christie. Forse che la regina del giallo, con questo romanzo pubblicato nel ‘42, avesse voluto esorcizzare il dolore vissuto nel lontano ’26, ossia sedici anni prima? Gli stessi anni, tra l’altro, che nel racconto trascorrono dalla morte di Amyas Crale alla risoluzione dell’enigma grazie a Poirot. Un altro caso?
Il mistero di Agatha Christie
A ottobre pubblicavo un altro articolo dedicato alle letture previste per l’autunno. Fra i libri in elenco spicca l’ultimo romanzo di Marie Benedict, Il mistero di Agatha Christie, che, come suggerisce il titolo, racconta di un episodio enigmatico della vita della regina del crimine: la sua scomparsa, avvenuta il 3 dicembre del 1926. La Christie venne ritrovata undici giorni dopo: in quel lasso di tempo aveva soggiornato presso un hotel dello Yorkshire, dove si era registrata con il cognome Neele, ossia con quello dell’amante del marito. I medici che la visitarono le diagnosticarono un’amnesia, ma secondo l’opinione pubblica la scomparsa della Christie fu una mera trovata pubblicitaria o, peggio, un tentativo per incastrare il marito fedifrago del suo omicidio. Quale è la verità? Nessuno lo sa e la stessa Christie, nella sua autobiografia pubblicata postuma nel 1976, non accenna alla sua sparizione.
Marie Benedict ha attinto da questa enigmatica vicenda per creare il suo libro, che, come indica nell’introduzione, si tratta di un’opera di fantasia, in cui ha voluto offrire una spiegazione alla scomparsa della Christie. Nelle note, infatti, scrive: “Ho scoperto che un mistero affascinante e irrisolto circonda Agatha nella sua vita di donna reale, e ho intuito che la soluzione di quel mistero poteva spiegare com’è diventata la scrittrice di maggior successo al mondo. Ho capito di dovermi dedicare alla sua storia. Quando ho saputo della sua scomparsa nel 1926 – che sembrava uscita dalle pagine di uno dei suoi romanzi – sono rimasta ancora più affascinata dalla scrittrice di successo. Non potevo fare a meno di chiedermi: cosa le è successo negli undici giorni della sua scomparsa? È scomparsa per sua scelta o per mano di altri? Stava fuggendo dalla sua vita o ne stava creando una nuova?”
Tra le mie prossime letture compaiono altri testi della Christie: oltre ad alcuni suoi romanzi con protagonista Poirot, che rileggo sempre volentieri, vorrei leggere l’autobiografia dell’autrice: La mia vita, pubblicato da Mondadori, e Viaggiare è il mio peccato (pubblicato sempre da Mondadori), in cui racconta dei suoi viaggi in Medio Oriente insieme al suo secondo marito, l’archeologo Max Mallowan. Dunque questi e molti altri saranno i libri che leggerò quest’inverno.
Vi auguro un felice weekend.
Un abbraccio,
Valentina
ps: nell’immagine di copertina si vede una spiaggia di Torquay, città natale di Agatha Christie, dove sono stata nell’estate del 2013. Parlo di quel soggiorno nel blogpost Vacanza estiva in Devon.
Wow, bellissimo lo scorcio sulla spiaggia di Torquay! Sembra un luogo molto pittoresco e selvaggio, inutile dire quanto anche io vorrei visitare questa zona! Un po’ per la curiosità di voler scoprire sempre nuovi posti e un po’ perché anche io adoro i romanzi di Agatha Christie! Appena finisco il terzo tomo del Trono di Spade (mi mancano ancora 600 pagine, sigh), mi sa che faccio proprio una pausa da questa saga e viro su Il mistero di Agatha Christie! 🙂
Ciao Vale, grazie per questo tuo commento. Ti consiglio di visitare il Devon, una contea davvero interessante, ricca di scenari incantevoli.
Buona lettura con il Trono di Spade (io non sono fan del genere fantasy – pensa che non ho mai visto nemmeno la serie) e con il romanzo della Benedict 🙂
Devo rileggere Il ritratto di Elsa Greer perché sebbene ricordi la trama a grandi linee, non ricordo più il finale. E poi mi piace sempre rileggere i romanzi di Agatha Christie dopo un po’ di anni.
Mi ha sempre incuriosita anche la vicenda della scomparsa della scrittrice, per cui pensò proprio che leggerò anche il libro di Marie Benedict. Grazie per il suggerimento.
Non la sapevo questa cosa che Agatha Christie era scomparsa! Un po’ di cattivo gusto pero’, usare il cognome dell’amante! Ma al tempo non chiedevano i documenti? 😀 E’ tanto che non leggo uno dei suoi romanzi. A casa di mia madre ne abbiamo uno scaffale pieno e anni fa ne ho letti parecchi. La prossima volta che passo ne prenderò un paio. Basta non ricordarsi chi è l’assassino! 😉