Le mie interviste: due chiacchiere con Paola
Ciao cari lettori, sembra ieri quando ho pubblicato la mia prima intervista – per chi se la fosse persa ed è curioso di scoprire i viaggi della travel blogger italiana Anna può leggere il post cliccando qui – ed oggi, il primo sabato del mese di febbraio, vi presento un’altra grande viaggiatrice: Paola, curatrice del blog Ci vediamo quando torno.
Ho scoperto il blog di Paola per caso, cercando sul web qualche informazione sul Portogallo e sono rimasta positivamente colpita dal suo blog, molto curato e ricco di utili informazioni. Ho deciso, quindi, di chiederle di partecipare all’iniziativa delle mie interviste e con molto piacere l’ho intervistata, scoprendo che anche lei proprio come me è un’amante della natura e degli animali.
1. Ciao Paola, parlami un po’ di te e del tuo blog. Come definiresti “Ci vediamo quando torno” e cosa ti ha spinto ad aprirlo?
“Ci vediamo quando torno” nasce come un esperimento, allo scopo di condividere con un pubblico più vasto le mie esperienze in giro per il mondo. L’idea di base è fornire ai lettori quel bagaglio di consigli e informazioni che avrei piacere di leggere io quando mi accingo ad organizzare un nuovo viaggio. Inoltre, da quando ho un blog, osservo i luoghi con un occhio più attento e finalmente anche le mille e mille foto che scatto hanno trovato una collocazione diversa che non sia il solo hard disk del PC. La fotografia, assieme ai viaggi, è l’altra mia grande passione e il mio blog è lo spazio perfetto per vederle crescere di pari passo. Di base sono una persona molto riservata e all’inizio temevo che rendere pubblica una parte della mia vita non fosse una grande pensata ma le email che ricevo ogni giorno in cui persone sconosciute si complimentano e mi chiedono consigli mi ha sempre spinto a non abbandonare questo progetto. Evidentemente qualcosa di giusto lo sto facendo 😉 Certo, quando ho inaugurato il mio blog nel 2015 non avrei mai pensato fosse così complicato. Ho dovuto studiare ed investire tanto tempo per imparare almeno le basi di come si gestisce un blog: la scelta dell’hosting, dei font, dei temi, ect.. che da quando ho iniziato ho poi via via modificato e perfezionato. Per un attimo mi sono illusa che, un giorno, sarebbe potuta diventare una professione ma ho ben presto capito che ero totalmente a digiuno di argomenti fondamentali come dinamiche di web marketing e scrittura tramite ottimizzazione SEO. Senza contare che il mondo del web è in continua evoluzione. Per ora rimane quindi un diletto, come amo definirmi sono BLOGGER PER CASO, VIAGGIATRICE PER PASSIONE.
2. Nel tuo blog dici che ti sei innamorata di quasi tutti i posti che hai visitato e che in tutti ritorneresti. Raccontami, quindi, quelli che ti hanno più emozionato e perché. Cosa ti aspetti principalmente da un viaggio?
Da un viaggio mi aspetto principalmente emozioni e parlo di emozioni vere, quelle che ti fanno rimbalzare il cuore in gola e aggrovigliare lo stomaco. Quelle emozioni che ti fanno tornare un po’ bambini, come se vedessi il mondo per la prima volta. Questo genere di sentimenti li ho provati soprattutto nei viaggi che mi hanno permesso di stare a stretto contatto con la natura più selvaggia e incontaminata. Ammetto di avere una fissa con i safari, questo ritorno alla natura scatena in me un concentrato di sensazioni che poche altre esperienze durante i miei viaggi sono state in grado di trasmettermi. Ad oggi ho partecipato a safari in tre paesi diversi: in Kenya, in Sudafrica e in Namibia. E sarei già pronta per organizzare il prossimo. Il safari è un’esperienza che coinvolge i cinque sensi: l’avvistamento degli animali, i profumi della terra, i magici suoni della notte, le luci e i colori di albe e tramonti struggenti. In safari si vive in una dimensione totalmente distante dalla nostra quotidianità, dove non è più l’uomo a dettare legge ma la natura ed i suoi animali. Amo disintossicarmi dalla modernità in una sorta di ritorno alle origini. Certo, a vacanza conclusa il rientro alla vita di tutti i giorni è più traumatico che mai. La sola vista di una colonna in tangenziale, del cellulare che squilla o della inbox piena di e-mail da leggere mi fa sempre detestare per un po’ la civiltà e la tecnologia. Si parla spesso di Mal d’Africa e vi posso assicurare che esiste e l’unica cura efficace è il ritorno.
Purtroppo i safari sono costosi e non replicabili tutti gli anni, cosi quando ho bisogno di staccare la spina e ricaricarmi (praticamente quasi tutti i week end) scappo nella natura e mi dedico a lunghi e rilassanti trekking. Le mie mete preferite sono Liguria e Valle d’Aosta.
3. Spesso, però, avere troppe “pretese” su un determinato posto può deludere. C’è un Paese o una città che non hai trovato all’altezza delle tue aspettative e perché?
Potrà sembrarti assurdo ma New York, pur nella sua spettacolarità, non mi ha entusiasmato. Non era la mia prima volta negli States e nemmeno la mia prima volta in una grande metropoli e nonostante a detta di tutti sia una città nella quale è facilissimo orientarsi e muoversi, New York mi ha spiazzato. Non riuscivo a dominare la città, era la città che dominava me e questa sensazione era fortemente irritante. Le attrazioni più decantate come ad esempio la famosa 5th Strada e il ponte di Brooklyn sono quelle che mi sono piaciute di meno. Forse anche il fatto che a New York abbiano ambientato centinaia di film e serie televisive toglie un po’ il gusto della sorpresa. Giri per la città e ti sembra di conoscere e avere visto già tutto. Ho molto apprezzato invece girovagare senza meta per le zone più tranquille come Williamsburg o il Village e assaporarne appieno l’atmosfera. Mi ci sono voluti un paio di mesi per digerire questo viaggio e a distanza di tempo posso affermare che New York è unica e da vedere almeno una volta nella vita ma non ci tornerei.
4. Si dice che da un viaggio si torna sempre un po’ cambiati. Qual’è quel viaggio o quella esperienza che credi ti abbia cambiato e invogliato a scoprire sempre di più il mondo?
Sicuramente la mia prima vacanza studio in Inghilterra. Pensa che fino ai 15 anni muovermi dal mio paesino era per me una vera e propria scocciatura e nessuna tipologia di vacanza suscitava in me il ben che minimo interesse. Non vedevo l’ora di tornare a casa e passavo il tempo a contare quanti giorni mancavano al rientro. Inutile dire che quella vacanza studio non la volevo fare, ma devo ringraziare i miei genitori per essersi imposti. Non so bene cosa è scattato in me durante quel soggiorno ma una cosa è certa, da allora non mi sono più fermata. Ho fatto anche diverse esperienze all’estero. Ognuna mi ha lasciato tanto e fatto conoscere persone straordinarie. Consiglio a tutti di avere nel proprio curriculum un’esperienza di studio o di lavoro all’estero. Certo, ci vuole una buona dose di coraggio e determinazione. Quando a 19 anni ho deciso di andare a lavorare a Londra avevo aspettative altissime, ma mi sono da subito scontrata con una realtà molto meno rosea di come immaginavo. Nelle prime due settimane ho pianto ogni singolo giorno per la disperazione, poi mi sono rimboccata le maniche e una volta ritrovato il mio equilibrio non sarei più tornata a casa. Alla fine sono rimasta 6 mesi, poi ho deciso di riprendere l’università e sono rientrata in Italia. L’estate dell’anno successivo sono andata in Florida, grazie ad un progetto di scambio che mi ha fatto avere tutte le carte per poter lavorare, poi c’è stato l’Erasmus in Spagna, ovvero l’anno più bello della mia vita… Più viaggio e più viaggerei, c’è solo un unico grande problema: le ferie in un anno non sono illimitate. Mi sembra però di aver trovato un buon equilibrio tra dovere e piacere e cerco di sfruttare ogni occasione per fare la valigia e uscire a scoprire il mondo.
5. É normale che in viaggio capitino alcune disavventure. Ti è mai successo qualche imprevisto? Come l’hai risolto?
Con questo aneddoto sono certa che perderò di credibilità ma lo racconto perché possa essere di insegnamento a tutti. Mi trovavo a Ho Chi Minh City, al termine di una vacanza in Vietnam e Cambogia. Il volo di rientro partiva alle 00.25 del 27 agosto. Tu a che ora ti saresti presentata in aeroporto? Pensaci bene perché a me quel viaggio di ritorno è costato molto caro. Come di consueto mi sarei dovuta presentare qualche ora prima della partenza ma del 26 agosto (non del 27)! Volavo con Emirates che mi avrebbe fatto pagare solo la penale per il no shows ma erano in overbooking fino ai primi di settembre e non avevo il coraggio di comunicare in ufficio che avevo bisogno di un’altra settimana di ferie dopo che ero stata via 21 giorni. Ho dovuto quindi comprare un nuovo biglietto con un’altra compagnia e la cosa più paradossale è stato il doverlo acquistare in internet, perchè in aeroporto non era possibile l’acquisto diretto. Ora ci rido su ma al momento è stato un delirio.
6. Dando un’occhiata al tuo blog, ho visto che sei stata a Cuba nel 2016. É un’isola che ultimamente sto prendendo in considerazione e che spero di visitare presto. Che consigli daresti per chi vuole organizzare un viaggio in autonomia? Il Paese è sicuro? É uno di quei tanti posti che sogneresti di rivisitare? E perché?
Mi hanno scritto in tantissimi per avere informazioni su Cuba, mi sono resa conto che negli ultimi anni è stata letteralmente presa d’assalto, tutti con la voglia di vederla prima che cambi. È una meta sicura e si presta benissimo ad un viaggio in autonomia, l’unico consiglio che mi sento di dare è assoldare un autista. Forse ora è cambiato qualcosa ma nel 2016 le strade erano poco illuminate e male segnalate, tanto che orientarsi era difficile anche per i locali. Inoltre erano piene di buche, alcune così profonde da rompere senza problemi una gomma o peggio il semiasse. E in caso di bisogno fare una telefonata non è così scontato, il cellulare non prende quasi mai.
Un altro consiglio è quello di pernottare nelle casas particulares. Si tratta si abitazioni private i cui proprietari affittano delle stanze ai turisti, un vero e proprio Bed & Breakfast, visto che in molti preparano anche la colazione e su richiesta la cena e ti posso assicurare che sono le cucine migliori. Inoltre è l’occasione perfetta per vivere a stretto contatto con le simpatiche e pittoresche famiglie cubane, un popolo ospitalissimo che ti aiuterà al minimo bisogno.
Cuba è un paese unico al mondo ma anche una meta turistica piena di contraddizioni. Decadente e magnifica, povera ma dignitosa, entusiasmante e allo stesso tempo frustrante: è un paese dal fascino indescrivibile. Imparerai ad amarla, è difficile non farlo, ma ci saranno momenti in cui ti sentirai perplessa e avvilita, in preda ad un misto di entusiasmo e di collera. Per visitarla servono soprattutto spirito di adattamento, buon umore e pazienza. Fatte le dovute premesse sogno di tornarci e spero presto.
7. Ti faccio innanzitutto i miei complimenti per il tuo Ebook. Oltre che una viaggiatrice, sto “intervistando” una vera e propria scrittrice (e per me è una grande emozione). Come ti è venuta l’idea di scrivere una guida sul Sudafrica? Immagino che per te sia stato un orgoglio veder pubblicato il tuo libro. Cosa si prova e soprattutto quali sono stati gli steps che hai seguito per realizzarlo e poi pubblicarlo?
Ti ringrazio per i complimenti, ammetto che è stata una grande, grandissima soddisfazione ma non mi reputo una scrittrice. L’idea nasce dopo aver letto un libro sul Vietnam edito dalla GoWare. Avevo notato che la casa editrice aveva pubblicato diversi libri scritti da blogger di viaggio professioniste e così mi sono buttata contattando la casa editrice ma non avrei mai pensato che a distanza di un anno avrei veramente pubblicato un libro! Il Sudafrica mi è stato proposto dalla casa editrice stessa, guardando sul mio blog i paesi che avevo visitato, erano interessati a questa meta e per me è stato un onore visto che è uno dei viaggi fatti recentemente che mi ha fatto di più emozionare. È stata una lavorata pazzesca, tra la stesura e l’editing, anche perché ci tengo a ribadirlo, non sono una scrittrice professionista e non avevo nessuna pretesa di competere con guide più autorevoli e blasonate. Talvolta però l’entusiasmo e la serietà con cui crediamo e portiamo avanti un progetto vanno a colmare ogni possibile lacuna tecnica. Certo, non sono mancati commenti negativi e critiche ma fanno parte del gioco e sono uno stimolo a fare sempre meglio.
Ringrazio nuovamente Paola per il suo tempo e vi auguro un buon weekend!!!
Ci vedremo il mese prossimo con una nuova intervista!
Un abbraccio da Lanzarote,
Valentina
Grazie per questa intervista Valentina, è stato divertente rileggere le mie risposte. La trovo una bella iniziativa per conoscerci meglio, anche se solo virtualmente. Chissà che il destino non ci faccia incontrare in uno dei nostri prossimi viaggi!
Bella questa intervista. Sono sempre interessata a leggere le storie delle viaggiatrici e il blog di Paola devo averlo incrociato più di una volta perché mi ricordavo alcuni suoi racconti.
Posso approfittarne per farti i complimenti per il blog? mi piace molto.
Mi ha colpita molto una frase: “Non riuscivo a dominare la città, era la città che dominava me”. Ho avuto la stessa sensazione a Londra e concordo, è fastidiosissimo! Grazie per avermi fatto conoscere una nuova (per me) blogger! ^_^
Leggo sempre con piacere le interviste ai travel blogger, è un modo per conoscere chi ha la stessa passione!