Un weekend nei Paesi Baschi: da Bilbao a San Juan de Gaztelugatxe percorrendo la costa basca
I Paesi Baschi, in spagnolo País Vasco, sono una comunità autonoma spagnola situata nella parte nord del paese. Offrono paesaggi naturali meravigliosi che di per sé condividono ben poco con i classici paesaggi spagnoli, principalmente aridi e secchi. Anche il meteo, purtroppo, non è quello tipico spagnolo: piove spesso, c’è parecchio vento e le temperature in estate superano raramente i 25°. Grazie a questo clima atlantico, però, il nord della Spagna è ricco di vasti prati verdi che ricordano quelli britannici: una natura incontaminata, quasi selvaggia, che non vi deluderà.
Dopo aver visitato buona parte di Bilbao in un giorno, vi lascio il link del post, ho scoperto in compagnia del mio amico la sua cittadina, Getxo, e parte della costa basca. Nel post di oggi, dunque, vi racconto questo mini tour di due giorni. Essendo stata ospite a casa del mio amico, non posso consigliarvi nessun hotel o ostello, ma Bilbao è piena di alberghi di differenti tipologie e le località costiere, seppur piccole, offrono vari alloggi come bed&breakfast e guest house.
Il miglior modo per “scoprire” Getxo, piccola località costiera distante una decina di km da Bilbao, è sicuramente la bicicletta. La cittadina, infatti, offre la possibilità di noleggiare bici per 2€ al giorno. Per visitare le località della costa basca, invece, vi consiglio di prendere un’auto a noleggio.
Come ho accennato prima, Getxo è una località marittima a nord di Bilbao. Di questa piccola cittadina vi consiglio di visitare la spiaggia, il Puerto Viejo, ossia la zona del porto vecchio, dove ci sono ottimi ristoranti di pesce e piccole osterie spartane, e il Puente Bizkaia, un alto ponte sospeso che collega Getxo con Portugalete.
Qualche informazione su questo ponte divenuto Patrimonio dell’Umanità nel 2006. Progettato da Alberto Palacio, architetto spagnolo nonché allievo del famoso Gustave Eiffel, e costruito alla fine del XIX secolo, questo alto ponte, ormai conosciuto come “Puente Colgante“, ossia “Ponte Sospeso”, collega da più di cento anni le due rive del fiume Nervión. É possibile attraversarlo a piedi, ma anche in bici, in moto e in macchina. Vi sono infatti due passaggi: il primo, quello preferito dai turisti, consiste in una lunga passerella che permette di godere di un bel panorama sulla città. Il secondo, invece, di gran lunga preferito dagli abitanti di Bilbao, consiste in una barcaza o barquilla, una sorta di grande “navicella” sospesa, che trasporta non solo persone, ma anche mezzi, compresi piccoli furgoni.
Per mancanza di tempo, non sono riuscita ad attraversare il ponte, ma mi sono promessa di tornare nei Paesi Baschi presto e quindi di percorrere la passerella pedonale. Vi lascio comunque le info sui prezzi e gli orari:
- Passerella pedonale: aperta tutti i giorni dalle 10:00 alle 19:00 (in estate fino alle 20:00). Costo 8€ a persona + 2€ di audio guida (facoltativa)
- “Barquilla”: costo 0,40€ a persona; a partire da 1,60€ per i veicoli.
Tipiche case a graticcio dei Paesi Baschi affacciate sul fiume o sul mare
Prima di lasciare Getxo e salire in auto per iniziare a percorrere la costa basca, abbiamo passeggiato lungo un percorso naturalistico a picco sul mare. Credo che ciò che più ho apprezzato di questo weekend nei Paesi Baschi sia stata la bellezza dei paesaggi naturali: prati verdi incontaminati, ripide scogliere e morbide colline in lontananza. Un panorama meraviglioso che non ci si aspetterebbe di trovare in terra spagnola.
Prima tappa: Plentzia e Gorliz.
Si tratta di due piccole località affacciate sul mar Cantabrico. Non offrono molto, infatti ci siamo fermati solo per scattare qualche foto. Anche qui il verde è il colore predominante che si combina perfettamente con il blu del mare.
Seconda tappa: San Juan de Gaztelugatxe
In tarda mattinata siamo arrivati finalmente a San Juan de Gaztelugatxe, una piccola isola collegata alla terraferma da un ponte di pietra lungo e stretto. Sull’isola si trova solamente una piccola chiesa dedicata a San Giovanni Battista risalente al X secolo. Curiosa è l’etimologia di Gaztelugatxe, parola formata da due termini baschi: “gaztelu” che significa “castello” e “gaitz” che significa “difficile”, quindi castello pericoloso. Da notare, infatti, la contorta passerella di ben 231 gradini che occorre percorrere per raggiungere l’eremo.
Numerose sono le leggende legate a quest’isola che sembra uscita da una fiaba. Si dice che San Giovanni Battista l’abbia visitata e che abbia lasciato l’impronta delle sue mani e dei suoi piedi su alcune rocce che oggi avrebbero proprietà curative. La credenza vuole infatti che il pellegrino in visita all’eremo, calpestando le impronte lasciate dal santo, possa guarire da possibili dolori alle articolazioni. Un’altra leggenda, invece, chiede al turista di suonare tre volte la campana che si trova fuori dalla chiesa e di esprimere un desiderio. Per anni poi l’isola è stata la prigione degli accusati di stregoneria, nonché covo di pirati.
Un luogo misterioso che oggi è diventato una meta imprescindibile per gli appassionati della nota serie televisiva statunitense “Trono di Spade”. Non sono un’amante del genere fantasy e ammetto che non ho mai visto la serie, ma visitando questa isola, tanto affascinante quanto misteriosa, è facile capire perché sia stata scelta come location della dimora della Regina dei Draghi. Ormai, soprattutto nei mesi estivi, numerosi turisti, troppi secondo i locali, affollano questa piccola isola percorrendo i vecchi scalini con il rischio di rovinarli. Si sta pensando, infatti, di regolare le visite facendo pagare l’ingresso e stabilendo un numero massimo di visitatori al giorno.
Purtroppo il bel sole che ci ha accompagnato in mattinata è stato coperto da grigie nuvole e proprio mentre stavamo salendo i ripidi gradini ha iniziato a piovere. Sia con il sole che con la pioggia vi consiglio comunque di visitare questa piccola isola rocciosa circondata dalle impetuose acque del mar Cantabrico. Una meta che sicuramente non vi deluderà! E vi assicuro che la fatica viene ripagata dal bel panorama che si ammira dall’eremo.
Le ultime tappe del nostro tour sono state Mundaka, Bermeo e Guernika. A causa di una pioggia fastidiosa, siamo scesi dall’auto solo per scattare qualche foto a questi piccoli borghi di pescatori. In queste località costiere sembra che il tempo si sia fermato, di fatti Mundaka, Bermeo e Guernika hanno ben poco a che vedere con la moderna Bilbao, distante solo una quarantina di km.
Mundaka
Bermeo
Il porto di Bermeo
Mi piacerebbe spendere due righe sulla piccola località di Guernika (Guernica in spagnolo) conosciuta oggi in tutto il mondo per essere il soggetto di un noto dipinto di Pablo Picasso, realizzato nel 1937 per l’Expo di Parigi. Al famoso artista spagnolo era stata commissionata un’opera che rappresentasse la Spagna. Lui scelse di raffigurare il bombardamento di questa piccola città basca causato da ben 24 aeri militari nazisti che appoggiavano i nazionalisti franchisti. Il quadro, conservato oggi nel museo Reina Sofía di Madrid, ha ottenuto subito un grande successo grazie soprattutto alla capacità dell’artista di rappresentare il terrore, il caos e la paura nei volti delle vittime civili e degli animali.
In una piazza del paese si trova una riproduzione del famoso dipinto di Picasso
Non potevo concludere questo post sui Paesi Baschi senza parlarvi brevemente della cucina basca. Dopo aver visitato San Juan de Gaztelugatxe, abbiamo pranzato in un ristorante a Bakio, una piccola località affacciata sul mare. Il ristorante si chiama Batzoki de bakio e offre uno dei piatti più tipici della cucina basca: il baccalà alla vizcaína. Non essendo un’amante del pesce, ho optato per una tagliata con patate fritte. Come antipasto, invece, abbiamo preso una ricca insalata e come dolce abbiamo assaggiato un piatto tipico di questa regione: il formaggio con noci e marmellata di pere cotogne, chiamato in spagnolo queso con membrillo y nueces.
Il famoso baccalà alla vizcaína servito con una salsa di pomodoro e peperoni
Queso con membrillo y nueces
Altra specialità dei Paesi Baschi sono i pintxos, che assomigliano alle tipiche tapas spagnole. In realtà si tratta di due concetti abbastanza diversi. La tapa, infatti, è una piccola porzione di cibo, un assaggio di cui si può avere anche una porzione più grande. Il pintxo, invece, nasce come porzione piccola ed elaborata. Il nome deriva dallo stuzzicadenti che viene usato per tenere uniti gli ingrediente e anticamente questo “stecchino” veniva usato anche come unità di misura, infatti si pagava in base al numero di “pintxos” rimasti nel piatto. Si tratta, quindi, di stuzzichini sfiziosi ed invitanti che si mangiano normalmente come antipasto nei ristoranti o come aperitivo nei bar e nelle osterie, sempre accompagnati da un buon bicchiere di vino. Per quanto riguarda le bevande, vi consiglio Txakolí, un ottimo vino bianco che si produce nel nord della Spagna.
I giorni trascorsi in questa bellissima terra sono stati pochi, ma molto intensi e mentre lasciavo Bilbao non potevo fare a meno di promettermi di ritornarci presto, per questo concludo questo post con Laster arte Euskadi = a presto Paesi Baschi!
Fantastica Valentina: le prime vacanze saranno dedicate ai paesi Baschi.! Ti farà sicuramente piacere leggere”Patria” , l’unico romanzo ambientato nel periodo del terrorismo dell’ETA e che si “divora” in pochissimi giorni, pur essendo molto lungo. Ne resterai affascinata!
Grazie mille Floriana per questo tuo commento e per il consiglio di lettura! Me lo appunto!!
Conosco benissimo la Spagna eppure non sono mai stata nei Paesi Baschi e stavo proprio pensando di andarci questa estate (ahimè davvero complicato da organizzare causa quarantena varie) Paesaggi magnifici Valentina, hai ragione non sembra quasi essere Spagna!